Ci
associamo, con piena convinzione, alla posizione espressa dalla COSMED,
Federazione di cui facciamo parte, nei confronti dell’ennesimo
tentativo di finanziare una manovra di bilancio attraverso operazioni
che intaccano, mediante inaccettabili operazioni sui rendimenti
contributivi, il valore delle pensioni dei lavoratori degli Enti Locali e
della Sanità.
Il Segretario Generale DIRETS/Segretario Nazionale DIREL
Mario Sette
Comunicato COSMED
24 ottobre 2023
“LA
BOZZA DELLA LEGGE DI BILANCIO TAGLIA I RENDIMENTI DELLA PARTE
RETRIBUTIVA. MANOMESSO IL CALCOLO E IL VALORE DEI RISCATTI VERSATI. SI
ERODONO IL CAPITALE E I RISPARMI MATURATI DA PARTE DEI CONTRIBUENTI.
NECESSARIA UN AMPIA E UNITARIA MOBILITAZIONE.
La
bozza di legge di bilancio in circolazione reca all’articolo 34 la
riproposizione di un provvedimento già annunciato e poi ritirato nella
legge di bilancio dello scorso anno: il taglio dei rendimenti della
parte retributiva delle pensioni in particolare dei dipendenti della
sanità (CPS) e degli Enti locali (CPDL). Le pensioni non sono un regalo
per i dipendenti in generale e per i dipendenti pubblici: tutti i
contributi sia di parte datoriale e a carico dei dipendenti vengono da
sempre sottratti dalle risorse contrattuali. In particolare gli aumenti
contrattuali vengono decurtati del 37% per alimentare gli accantonamenti
previdenziali, inoltre il 33% delle retribuzioni viene destinato per la
pensione futura. Semmai sono gli evasori che beneficiano di pensioni
non sostenute dalla contribuzione.
Tagliare
i rendimenti significa manomettere le regole e in particolare non
rispettare le condizioni di rendimento previste per coloro che hanno
riscattato i periodi di studio sulla base di una tabella di rendimento
che adesso non si vuole più rispettare. Sarebbe come se dopo aver
acquistato un titolo di Stato con un determinato tasso di rendimento
fisso, in corso d’opera venisse ridotto. Uno Stato e un governo
credibile e responsabile non lo può fare. Tutto ciò è inaudito e fonte
di un infinito contenzioso. I risparmi sono irrilevanti e vanno a
colpire il pubblico impiego che contribuisce con le aliquote massime e
senza evasione fiscale. Il sistema previdenziale perderebbe di
credibilità favorendo l’esodo dei dipendenti pubblici alla prima data
disponibile. L’istituto del riscatto, fonte di entrata immediata,
sarebbe fortemente penalizzato.
E’
questa l’annunciata attenzione ai lavoratori della sanità? Una manovra
iniqua che non può che produrre danni all’intero sistema. Inoltre si
anticipa di due anni la ripresa dell’indicizzazione all’aspettativa di
vita per le pensioni: dalla promessa di un anticipo si passa al
posticipo. Non è chiaro se il taglio della quota retributiva
proporzionale alla differenza tra i coefficienti di trasformazione
previsti per la pensione di vecchiaia e quelli dell’età del pensionato
nonché l’allungamento delle finestre riguarda solo i pensionandi con
quota 100 e quote successivi o la generalità delle pensioni anticipate.
Tagliate in modo feroce oltre la misura della precedente legge di bilancio anche le rivalutazioni delle pensioni al tasso di inflazione sopra 4 volte al minimo, in deroga alla legge vigente con rivalutazione al 22% delle pensioni oltre 10 volte il minimo lordo. Invitiamo tutte le forze sindacali ad una mobilitazione unitaria per sventare questa ennesima discriminazione dei dipendenti pubblici.”